Claudio Oliva, Direttore del Job Centre ed esperto in politiche del lavoro ci racconta chi è!
Chi sei?
Caro Claudio, ci racconti come un bambino che correva nelle serre di un’azienda agricola sia diventato un esperto di politiche del lavoro appassionato di pesca?
Lavoravo, fin da piccolo, con i miei genitori. Ho imparato a resistere alla fatica, alle frustrazioni, alle ingiustizie e che niente viene solo dal presente, ci vuole un’idea, scelte, tempo cura. E poi, vivere e lavorare insieme è bellissimo. Abbiamo contribuito a far nascere una cooperativa per vendere insieme i prodotti e per sviluppare le varietà vegetali non ancora assoggettate a brevetto industriale.
Mi piace pescare. 20 giorni fa, mentre ero sulla mia barchetta, è emersa una balenottera a 5 metri da me. Sento ancora l’emozione del suo soffio.
Cosa fai?
In questo periodo storico segnato da un numero di disoccupati che si aggira attorno ai 3,2 milioni il tuo lavoro è più importante che mai. Questa consapevolezza quali scelte ti spinge a prendere?
Sento l’insufficienza di quello che siamo in grado di offrire, la crisi della capacità di produrre il capitale economico e sociale, di generare competenze, fiducia, progettualità . Avere gli strumenti per muoversi con libertà ed autonomia, conoscere le proprie risorse e diritti, progettarsi nel lavoro, è un diritto a libertà sostanziali oggi irrinunciabili. Credo che occorra trovare soluzioni e strumenti nuovi e li cerco nella mia pratica professionale. La crisi bisogna abitarla, interrogarsi, usarla come leva per il cambiamento.
La tua innovazione.
Parliamo di disoccupati, ma anche di occupati. Come dovrebbero innovare il loro pensiero per sopravvivere al mercato del lavoro?
La digitalizzazione sta divaricando enormemente le condizioni tra le persone nel lavoro. I luoghi del benessere coincidono con gli ecosistemi innovativi, capaci di produrre enorme valore aggiunto che riguarda gli apicali ma anche gli altri lavori innovative. Oggi i ragazzi più forti “ vedono il mondo” e si muovono naturalmente verso le città più sfidanti. I più deboli stanno ai margini e subiscono il paternalismo e il condizionamento sociale. Bisogna, come farete voi, dare più credito alle idee e alle potenzialità, creare spazi, liberare risorse o viceversa convertire tutto in borse per la mobilità internazionale per sostenere la scelta di andarsene verso città più ricche di opportunità.
La tua non innovazione.
Ti viene in mente un esempio di “NON innovazione” e i suoi effetti sul mondo del lavoro?
La più recente è garanzia giovani: miliardaria, opaca, centralista, senza un epicentro, rivolta ai neet che non se la filano, ha sbagliato mira.
Continua a leggere L’uomo del lavoro nel mondo dei Mestieri! – Parte 2